Bella la nostra due giorni lungo il “Sentiero Valtellina”, da Morbegno a Tirano e ritorno. Dopo una partenza infelice – a causa di un’interruzione non segnalata di strada e sentiero abbiamo perso oltre mezz’ora girovagando in cerca del percorso – tutto è filato liscio. L’Adda ricco d’acqua e abbastanza tranquillo nella parte a fondo valle, a regime decisamente più torrentizio man mano che si risaliva verso Tirano e poi Sernio, ci ha accompagnato nelle due direzioni. All’andata, nel primo pomeriggio deviazione un po’ impegnativa verso il Castello di Grumello, con salita di una certa pendenza e lunghezza, ma soprattutto quando si é a corto di carburante prima di pranzo e sotto un sole cocente. Arrivo al paese alto, poi con saliscendi, passando dalla secentesca Chiesa di Sant’Antonio dove abbiamo fatto una sosta con spuntino, visita ai resti del Castello di Grumello dalla splendida vista sulla valle. Molto ben curata dal FAI sia la struttura ricettiva, che l’ampia area verde, dove colpiscono le numerose piantine di Fico d’India nano (Opuntia humifusa) ricche di simpatici fiori gialli, che ci hanno “accompagnato” anche lungo tutta la salita.
Discesa di oltre un Km. attaccati ai freni e saltellando sulle grosse pietre cementate della strada scelta con decisione da … (si dice il peccato, ma non il peccatore), poi ripreso il nostro più sicuro e tranquillo Sentiero Valtellina, abbiamo proceduto sempre a buona andatura. Percorso ondulato, con pochi rettilinei e molte curve, bei passaggi su ponti e ponticelli, saliscendi nei boschi freschi lontano da strade, ferrovia e centri abitati, quasi sempre lungo il corso dell’Adda e dei suoi numerosi affluenti. Arrivo a Tirano nel tardo pomeriggio; visita al cinquecentesco Santuario della Beata Vergine, poi dolce risalita verso la diga di Sernio sulla sinistra dell’Adda, passaggio sul ponte e gran finale da ciclista masochista. Tra le strade alternative abbiamo scelto inconsapevoli la più breve: appena svoltati a destra dopo la statale verso Bormio, improvvisamente una direttissima praticamente senza curve di oltre un km., con una pendenza che abbiamo valutato appieno il giorno dopo quando l’abbiamo rifatta in discesa. Finalmente arrivo quasi stremati al nostro Ostello Il Seicento, dove siamo stati ospitati veramente bene in una struttura storica rinnovata recentemente e molto ben attrezzata. Bici al sicuro in un ampio garage. Bella dormita nel silenzio del piccolo paese, colazione luculliana e, salutati i due gestori, in discesa verso Tirano per la visita alla parte storica della città. Poi in direzione di Sondrio, quasi sempre sul lato sinistro della valle. Qui, in una città semideserta, abbiamo pranzato e girato il bel centro storico, poi alla volta di Morbegno. Un vento contrario piuttosto fastidioso non ci ha impedito di viaggiare a buona andatura, in questo aiutati dalla strada spesso in discesa. A Morbegno ci siamo divisi: chi è tornato a Saronno in macchina, chi in treno. Questi ultimi, in attesa del treno, hanno girato la città in bici tra vicoli e palazzi, un passaggio sul torrente Bitto sopra uno storico ponte e visita alla grandiosa Chiesa di San Giovanni Battista, ricca di cappelle e molto ben affrescata.
Centoquarantuno i Km. complessivi, ottantuno il primo giorno con due salite impegnative.
Ripensando alla struttura del “Sentiero Valtellina” segnalo:
• Ottima realizzazione dal punto di vista paesaggistico e tecnico. Il percorso sinuoso, e quasi sempre asfaltato o in sterrato, è veloce e piacevole. Molto belli i passaggi sui ponti, sia di piccole, che di grandi dimensioni. La pista risulta solo un po’ stretta in qualche punto soprattutto dove c’è poco visibilità per via di curve e ombra, e se chi viene in senso contrario va veloce e non tiene la sua mezzeria (anche noi dobbiamo stare sempre nella nostra …).
• Diverse le aree di sosta e ben attrezzate con tavoli, panchine, fontanelle (e barbecue). Non morirete di sete.
• Buona l’alternanza di tratti assolati con quelli in ombra e mezz’ombra che rendono il percorso vario e piacevole.
• I saliscendi e le molte curve rendono la pedalata tecnicamente più interessante e richiedono un minimo impegno sportivo.
Punti carenti:
• L’interruzione del Sentiero Valtellina poco dopo Morbegno e lo storico ponte in pietra di Ganda (1778) dovrebbe essere segnalata e andrebbe indicato il percorso alternativo di collegamento.
• In qualche punto le radici delle piante hanno reso parecchio dissestato il fondo. Serve un po’ di manutenzione.
• Mancano punti di ristoro. Se non avete cibo con voi, dovete lasciare il percorso uscendo al primo paese in cerca di un bar o di un negozio.
• Non ci sono indicazioni su dove siete arrivati e di quanto manca al paese successivo e al termine del Sentiero Valtellina. Non é quindi facile capire che siete arrivati a Chiuro, piuttosto che a Sondrio.
• Il punto più carente in assoluto è il servizio ferroviario TreNord. Ritardo di venti minuti sia all’andata che al ritorno. Binario unico in tutta la Valtellina, tranne che nelle stazioni. La domenica, il treno non aveva uno spazio dedicato alle bici, e con l’assalto inverosimile di turisti che c’è stato, vi lascio immaginare come si è viaggiato. Perché non mettere una carrozza in più per le bici, e qualcuna in più per i passeggeri, almeno per il periodo estivo?
CONCLUSIONE: il “Sentiero Valtellina” é una bellissima struttura realizzata in un paesaggio affascinante di terrazzamenti con viti e frutteti, immersa nel verde e tra bellissime montagne, con castelli, torri, paesi con case in pietra e moltissime chiese e chiesette poste sui rilievi e nel piano. Un percorso molto vario, ricco di natura, d’acqua e di storia.
Dato che questa ciclopedonale è stata un investimento importante per la Regione, servono pochi soldi in più per migliorarla, sia dal punto di vista logistico, che di promozione del territorio: un po’ di cartelli segnaletici (dove sei arrivato, quanto manca al prossimo paese e alla fine del percorso), serve qualche punto di ristoro lungo il percorso o, meglio, servono strutture integrate per il ristoro (con cibo locale), la manutenzione della bici ed il pernottamento. Questi servizi valorizzerebbero in maniera significativa la logistica della struttura e sarebbero molto apprezzati da ciclisti e pedoni; i cartelli segnaletici sono molto utili e costano pochissimo.
Regione Lombardia impara dal vicino Trentino che ha inventato il BikeGrill (bella l’idea e la realizzazione, forse un pò brutto il nome che evoca l’auto) e organizzato un’accoglienza molto efficiente e integrata nel territorio, incluso il servizio treno + bici.
FC