Nell’aprile 2015 Renato Landini ci ha lasciati. Per tanti anni è stato un nostro socio molto attivo: con Bruno Dalla Valle (e altri di noi) è stato protagonista di tanti appassionati interventi nelle scuole di Varese e provincia per divulgare la conoscenza della bicicletta tra bambini e ragazzi. Soprattutto era un amico, di tante pedalate fatte in allegria. Qui sotto riportiamo un brano di una intervista di Riccardo Prando su La Prealpina dell’ottobre 2006.
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Storia di Renato, 56 anni, a riposo da tre.
“Insegno a scoprire il mondo da una sella”
Fare volontariato sociale…pedalando. L’idea è venuta a Renato Landini, 56 anni, da più di tre in pensione dopo 37 anni di lavoro. Dapprima come maestro elementare nelle scuole del Varesotto, poi per sette anni in Scozia, distaccato presso il Consolato italiano di Edimburgo, quindi di nuovo a Varese nelle vesti di docente di lingua inglese alle scuole medie. Dove l’incontro con Ciclocittà gli spalanca nuove prospettive tanto di impegno didattico quanto come volontario in vista dell’imminente passaggio all’età pensionistica.
“E’ cominciato tutto con un laboratorio teorico e pratico sulla bicicletta organizzato nel mio istituto scolastico da Ciclocittà. Un paio d’ore pomeridiane aperte a ragazzi appassionati alla meccanica ciclistica e a quel pizzico d’avventura che un mezzo fascinoso come la bici può ancora trasmettere a chi non è malato di motori. Con la scusa di insegnare come si aggiusta un freno o come si ripara una foratura, attraverso quelle lezioni sono passati tanti concetti difficili da assorbire in classe: penso allo studio delle forme geometriche e dei concetti che ad esse si abbinano, dal cerchio al raggio, dal concetto di forza a quello di distanza; ma anche alla geografia del territorio, scoperto proprio grazie alle “uscite sui pedali”.
Smessi i panni di docente, Landini ha indossato quelli di ciclista per passione e vocazione, senza per questo rinunciare ad insegnare. In accordo con la sua vecchia scuola dove ha terminato la carriera lavorativa e con Ciclocittà, organizza visite guidate in bicicletta per insegnanti ed alunni, sfatando tra l’altro il mito negativo che la provincia di Varese, quasi tutta un su e giù continuo di colline e anche di montagne sia inadatta alle due ruote di massa.
“Niente di più falso e la prova sta nell’emozione e nella gioia che prende i ragazzi di 12-13 anni quando sono chiamati ad una gita collettiva in bicicletta. Spesso non dormono la sera precedente, qualcuno si dimentica al mattino di fare colazione… sono eccitati come se dovessero partire per un’avventura e, in realtà, per loro lo è davvero dal momento che ben raramente i genitori rinunciano all’automobile per andare con la famiglia a fare una passeggiata”.
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” Lavorare coi ragazzi è affascinante: al mattino li incontri carichi di competitività, della voglia di mettersi in mostra con la tutina o la bici nuova; dopo un paio d’ore se ne sono dimenticati. Voglio dire che socializzare pedalando è più facile, si impara la fatica e si assumono comportamenti meno invasivi di mobilità. E’ così che lavoriamo tutti insieme per formare i cittadini di domani. E poi si conosce più da vicino senza fretta il territorio in cui si vive. Solo allora si potrà visitare con cognizione di causa, tanto per dire, anche la Cina”. Magari, perché no, in bicicletta.