TUSCANY TRAIL (2): DA CICLOTURISMO

Il Tuscany Trail (TT) è uno di quegli eventi in cui i partecipanti “lievitano” da pochi della prima edizione a tantissimi, per vari motivi, alcuni comprensibili altri meno evidenti.
Nell’edizione 2023 – quella del decennale – è stato proposto per la prima volta un percorso circolare, invece che lineare, per far coincidere partenza e arrivo; ma soprattutto ha accolto poco meno di 5000 iscritti !
 
Per noi – Gigio, Daniele, Leonardo e altri amici che poi non riusciranno per motivi diversi a partecipare –  l’inizio di tutto è in inverno, con mesi di anticipo.
 
L’inverno passa alla svelta, i messaggi dall’organizzazione si susseguono con regolarità e via via più precisi, ci incontriamo e confrontiamo. Si formano anche dei sottogruppi per affinità di “stile di pedalata”, diciamo così. Io e Daniele, nella vasta libertà logistica della TT, scegliamo l’opzione “media”: tappe non troppo lunghe, soste per la notte non del tutto casuali. Confronti, ragionamenti, studio della traccia: Daniele con accorta previdenza prenota 3 alberghi lungo il percorso. Gigio sceglie l’opzione “randonneur” (leggi il suo racconto).
 
Arriva il 31 maggio: da Varese, io e Daniele viaggiamo in auto fino a Donoratico  dove presso il campo base in una Pineta umida di pioggia ritiriamo il pacco di benvenuto, la maglia con cappellino e la targhetta. Ma il meteo minaccia pioggia …
 
giovedì 1 giugno: dopo il riposo notturno nel delizioso Hotel Miio  di S.Vincenzo, lasciamo in città l’auto per raggiungere in bici la partenza di Donoratico, ma ancor prima di arrivare alla Pineta succede un grave inconveniente che rischia di far fallire tutto: pedalando lungo la trafficatissima Aurelia-vecchia io perdo la pastiglia usurata del freno anteriore (malinteso con il meccanico di fiducia nella messa a punto della bici). Per una provvidenziale premonizione ne ho due di scorta e grazie soprattutto all’abilità tecnica di Daniele, risolviamo, ci aggreghiamo ai primi partenti del mattino e  finalmente iniziamo  a pedalare lungo la traccia: siamo un serpentone lunghissimo di ciclisti e cicliste di ogni età, forma fisica, tipo di abbigliamento ed equipaggiamento.  Essere in tanti e tante, come formiche in lunghe file, mette un buonumore contagioso, ma da subito gli assembramenti intorno ai bar e ogni genere di rivendite alimentari ci rendono paragonabili ad un’invasione di cavallette. Ci lasciamo alle spalle la pineta lungomare di Cecina, poi Bolgheri, i primi paesi sulle colline, poi si sale e scende da strade di bosco un po’ umide, si guada il Cecina (o affluente …) e si comincia ad intuire le alture di Volterra e a vedere il cielo nero di pioggia all’interno: risuciremo ad evitarla ? No, arriviamo in cima alla salita di Volterra con le mantelline, con l’acqua che scorre sotto e contro le ruote e rende lucido l’asfalto, ognuno con il suo passo. Entrati in Volterra dalla Porta Ovest occupiamo la piazza del municipio e i bar nei dintorni, poi raggiungiamo Hotel Foresteria , e la cena è in un  ex-convento  vicino, insieme ad Angelo e Belinda di Legnano (li ritroveremo all’arrivo, 4 giorni dopo).
 
venerdì 2 giugno si parte con il sole, lunga discesa e poi salita in tranquilla strada interpoderale.  Si pedala ancora in mezzo a tanti e tante e chiacchierando si apprendono storie interessanti. Per esempio, che una giovane coppia, e non è uno scherzo, è al Tuscany in viaggio di nozze !  Insomma qui c’è veramente  un’umanità variegata, come piace a me.
Capita purtroppo anche di vedere un “collega” steso a terra in attesa di ambulanza, uno dei rari incidenti (scopriremo a consuntivo) avvenuti in questi 5 giorni. Si arriva per boschi a S. Gimignano, anche qui da pacifici invasori e ci prendiamo con Daniele il tempo che serve per fare rifornimento e qualche foto. Poi un percorso difficile (fango e sassi) sino a Monteriggioni: attraversiamo la provinciale contendendo la strada, e noi ciclisti una volta tanto siamo più numerosi,  ad un gruppo di pittoreschi soggetti su moto Harley Davidson.  Si percorre la salita denominata “sferracavalli”, che ricordiamo per i trascorsi di gara in MtB. Io devo scendere, Daniele invece riesce, con pochi altri, ad arrivare in sella sin dentro la porta nord. La piazza di Monteriggioni è piccola, quasi non basta per tutti.
Le nuvole tornano ad essere gonfie di pioggia, pedaliamo direzione Siena e finalmente entriamo da Porta Camollia, e sostiamo per panico e bibita presso un bar amico del TT, nella via omonima . Poi lentamente, rigorosamente in bici condotta a mano, passiamo davanti alla sede del MPS sotto gli occhi attenti di una vigilessa (con rossetto ad alta visibilità) arriviamo in Piazza del Campo dove altri colleghi sostano per una foto, un gelato, una bibita. Siamo quasi arrivati , pernotteremo da mia madre a Monteroni, fuori traccia di poco, non prima di aver lavato le bici all’auto-lavaggio all’ingresso del paese e … incredibile,  anche qui c’è da fare un po’ di coda, perchè non siamo stati i soli ad avere questa idea  !
 
sabato 3 giugno: pedaliamo lungo la francigena al fianco della ferrovia, sotto un velo di nebbia, che poi scompare, ma a Buonconvento siamo già in fila con tanti altri ! Le strade sono quelle molto fotografatebianche, dell’Eroica e della Val D’orcia, colline molto lavorate e poco abitate. Pienza arriva dopo una salita non banale e, inutile dirlo, per fare colazione bisogna aver pazienza. Dopo la strada, in discesa, è ancora più bella, si passa da S.Antimo che ha un forte magnetismo spirituale, pensi alla storia, al medioevo e sei in mezzo alla natura non contaminata.
 
La Maremma la percepisci a partire da S. Angelo Scalo, dove mi intrattengo un po’ a parlare con una delle due ragazze di servizio al bar. Si lamenta che dal mattino presto non hanno avuto pausa, non sapevano dell’evento, dice anche che non tutti si sono comportati con educazione nei loro confronti, cioè con la pazienza resa necessaria dalle circostanze. Poi rivolta alla collega “speriamo di non aver fatto casini con la cassa, sennò stasera Marika ci fa uno sciampo …”
 
Si arriva a Paganico che è un bel pomeriggio non troppo tardo. Il paese è piccolo ma quasi in ogni vetrina dei negozi c’è il cartello “welcome” per il partecipanti al TT. Qui io e Daniele pensiamo di accamparci alla meno peggio ma la sorte ha per noi in serbo un colpo di fortuna (ci sta: oggi è la giornata mondiale della bicicletta e, anche, il mio compleanno). Prendendo una bibita al bar  vediamo la locandina della festa di   Froggattack  presso l’ex campo sportivo. Ci facciamo indicare il posto, e arrivati lì un uomo ci chiede se siamo noi i ciclisti che hanno preso accordi con il sindaco. Naturalmente non diciamo la verità:  “sì certo, siamo noi”. Così scopriamo che ci è concesso di dormire nell’ex-spogliatoio dell’ex campo sportivo dove si sta preparando la festa gastronomica con musica dal vivo. Siamo i primi ad accedere al locale, ci sono anche docce e servizi igienici. Bel colpo ci diciamo, (grazie sindaco) anche se c’è bisogno di una – pur sommaria – ripulita prima di mettere giù materassino e sacco a pelo.
Poco dopo arriva una coppia di giovani fidanzati di Bolzano, (Lei dopo una doccia spartana,  affermerà:  “E’ la più bella doccia della mia vita”).  Poi anche Mauro di Cesena, al TT anche se la sua casa è finita sott’acqua per l’alluvione tremenda di poche settimane prima,  e via via altri ed altre …
A Paganico non mancano i locali per mangiare bei piatti maremmani e con Daniele conquistiamo un tavolo al ristorante vicino. Poi, certo, comincia la festa:  un’ora e mezza di concerto e alla fine c’è  il lancio spaziale del grande razzo in bella mostra accanto al palco. Fallito, tra molti fumogeni, ma era solo un pretesto per introdurre il disk-jokey in tuta spaziale che dà inizio alla disco music, in versione silent (cuffie). Intanto, dopo di noi, sono arrivati parecchi ciclisti e cicliste e in 12 riempiamo l’ex spogliatoio, ma molti altri piantano le tende poco fuori. Mentre i giovani di Paganico ballano noi ciclisti dormiamo. Però alle 2 mi ritrovo seduto sul marciapiede, insonne e un po’ curioso di vedere chi ancora è in giro:  da ragazzi e ragazze molto ricercati gli angolini adatti per fare la pipì.
 
domenica 4 giugno
La mattina sono incredibilmente in buone condizioni: la tappa in programma è comunque breve. Sono un po’ in allerta per l’avviso che Gigio, già passato da lì, ci aveva messaggiato:  “occhio al sentiero troppo tecnico”. La traccia ci porta prima lungo sentieri di campi poco coltivati (olivi) e molte erbe spontanee e profumate, poi attraverso la Diaccia Botrona, zona paludare nei pressi di Castiglione che non ricordavo così grande. Si arriva all’ Albergo Mirella e ci rimane tutto il tempo di: trovare un ottimo ristorante di pesce, visitare il castello e anche fare una passeggiata lungo la spiaggia ma con ombrello per ripararsi dalla pioggia leggera.
 
lunedì 5 giugno
La pioggia è venuta anche di notte e l’ultima tappa non si presenta affatto facile. Infatti con Daniele decidiamo di rinunciare al percorso originale per evitare impantanamenti e situazioni pericolose. Dispiace, ma dobbiamo fare asfalto su Aurelia-vecchia. A Follonica salutiamo mia zia, che, visto il meteo, non sarebbe certo uscita di casa se non le avessi telefonato. La città è molto presente nei miei ricordi di bambino e ragazzo per le abituali vacanze estive.
Smette di piovere, ma i problemi non sono finiti. All’altezza di Piombino ci troviamo impantanati (proprio quello che volevamo evitare!) in una banale strada interpoderale. Komoot, o meglio, la mia poca scaltrezza nell’utilizzo, ci ha tradito. E’ l’unico momento di vero sconforto, perchè il fango si attacca “a chili” a bici e scarpe e sembriamo in trappola.
Ne usciamo in qualche modo, Daniele anche alla grande perchè una signora che abita in un podere gli consente di usare il tubo dell’acqua per l’orto per lavare e lavarsi, mentre io poco distante dialogavo con un tipo per avere le ultime indicazioni per raggiungere S. Vincenzo.
Prima di arrivare solo asfalto e ai lati belle pinete. Poi non resta che riprendere la nostra auto, il pacco dei finisher (pici, sugo e bottiglia di vino rosso), qualche foto con le nostre facce soddisfatte per la missione compiuta  senza danni, non importa se con qualche taglio necessario. Il fango nel tempo lo laveremo, resteranno solo i ricordi belli.
Leonardo