Viaggiando per l’Italia ci si rende conto di come FIAB possa essere considerata non solo un’associazione ma quasi una comunità. Questa è la sensazione che ho avuto domenica scorsa quando, trovandomi in zona, ho deciso di partecipare ad un’escursione organizzata da “Cicloamici Lecce” che mi ha fatto sentire subito a casa. Dario, il capogita, conosceva poi perfettamente le nostre zone avendoci vissuto per quasi 20 anni.
Punto di incontro la porta San Biagio, una delle tre porte di accesso al nucleo storico di Lecce. Meta della gita il paese di Guagnano, nelle terre del famoso Negroamaro, simbolo dell’enologia del territorio salentino e paese natio dell’eclettico Vincenzo Maria Brunetti, in arte Vincent. pittore, scultore e architetto che ha ottenuto nel corso della sua carriera diversi importanti riconoscimenti.
Si trattava di una gita facile, di poco più di 50 Km su strade secondarie perlopiù asfaltate (anche se a tratti la qualità del manto stradale era tale da richiamare immediatamente il suo glorioso passato di rete viaria storica) e quindi adatta anche all’unico mezzo che avevo con me, una bicicletta pieghevole.
Sono stata piacevolmente colpita dal numero di partecipanti e dall’eterogeneità anagrafica. Ben 27 persone tra i quali addirittura un bambino di 8 anni, super allenato e prestante. Il gruppo era ben organizzato e riconoscibile grazie a magliette e giubbetti gialli con il logo dell’associazione oltre a bandiere Fiab in testa e coda. Dato che alcuni dei partecipanti non erano ancora soci ho apprezzato le informazioni fornite prima della partenza su ruolo ed attività di Fiab, oltre che sul rispetto del codice della strada e dell’ambiente in generale.
La pedalata si è svolta all’interno della cosiddetta Valle della Cupa, caratterizzata da un terreno carsico e fertile, costellata di ulivi secolari, vitigni, fichi d’india, masserie fortificate, ville patronali e pajare (le pagghiare utilizzate dai contadini per ripararsi dalle intemperie e riporre gli attrezzi agricoli) in strade lontane dal traffico e delimitate dai muretti a secco.
Mentre mi immergevo in questa atmosfera, spinta un po’ dallo scirocco che da Sud soffiava verso Nord, dove appunto ci stavamo dirigendo, ho avuto modo di chiacchierare piacevolmente con Adriana, l’appassionata neo eletta presidente di Cicloamici Lecce che mi ha confermato come l’associazione stia diventando sempre più importante e punto di riferimento sia per altre associazioni ambientaliste che per le istituzioni locali.
Il nostro scambio di informazioni e punti di vista si è però bruscamente interrotto alla vista dell’incredibile cattedrale nel deserto che si stagliava davanti a noi, l’eremo del mitico Vincent, interamente decorata da ceramiche e statue di angeli, un’accozzaglia di colori che ti abbaglia e che ti avvolge al tempo stesso ricordando vagamente le case di Hundertwasser e le creazioni di Gaudì. L’ingresso è gratuito e puoi curiosare liberamente all’interno della casa dove sono raccolti un mix incredibile di oggetti, molti dei quali a sfondo religioso oltre a numerosissimi quadri e opere di tutti i generi dell’artista (tra cui anche bidè decorati). Tutto questo crea uno degli ambienti più kitsch e unici che abbia mai visto. In una saletta abbiamo poi incontrato proprio lui, Vincent, in piena esibizione “mistica” che ballava e dipingeva al tempo stesso al ritmo di una martellante musica techno. Ogni tanto e improvvisamente si metteva a correre di qua e di là e per questo gli è stato dato l’appellativo di Libellula del Sud. Quando finisce di creare ci racconta la sua visione della vita e i Cicloamici si fanno dedicare una piastrella gialla che ora rimarrà all’interno della casa ad eterno ricordo anche di Fiab.
Ripartiamo ancora frastornati, ma certi di aver visto qualcosa di unico e che difficilmente dimenticheremo.
Non ancora paga di arte decido a malincuore di abbandonare il gruppo per proseguire la pedalata verso l’Abbazia di Santa Maria di Cerrate, uno dei rari esempi di Romanico otrantino e ora bene FAI. Dopo un’interessante visita guidata rientro, questa volta purtroppo controvento, a Lecce per rivedere con le luci della sera le meravigliose facciate delle chiese barocche e per gustare qualche prelibatezza salentina in un locale consigliatomi dalla presidente di Cicloamici. Che dire…una giornata ricca del meglio del Sud!
Alessandra L.