email inviata da ciclocitta.varese@gmail.com il 02.05.2020:
***
Egregio
Sig. Emanuele Antonelli
Presidente della Provincia di Varese
e pc.:
Spett. Prefettura di Varese
con riferimento all’ ordinanza della Provincia di Varese a firma Monica Brambilla n° 266 del 30.04.2020 – che stabilisce l’interdizione e la chiusura delle piste ciclabili di competenza della Provincia a tempo indeterminato con motivazione legata alla situazione di emergenza sanitaria Covid 19 – la sottoscritta associazione ne chiede la revoca per i seguenti motivi:
- le ciclabili (o ciclopedonali) sono spesso usate da lavoratori per il percorso BiketoWork e da cittadini per spostamenti necessari, per evitare i maggiori pericoli delle strade con traffico promiscuo, e in questo senso fanno parte a pieno titolo del sistema viario generale;
- anche quando le ciclabili sono usate per attività ricreative non possono essere considerate impianti sportivi a rischio di assembramenti, e sono piuttosto equiparabili ai parchi pubblici, che dal 4 maggio saranno aperti in tutte le città;
- è dimostrato che il contagio avviene sopratutto in luoghi chiusi (case private, luoghi di lavoro, luoghi di cura) e non in luoghi aperti come le piste ciclabili;
- riteniamo improbabili gli assembramenti sulle ciclabili vigente il divieto di trasporto della bici in auto per motivi ludici e l’attuale diffusa consapevolezza tra i cittadini della pericolosità del virus Covid 19 e di comportamenti impropri.
Inoltre: un controllo delle attività presenti nelle ciclabili potrebbe essere sostanzialmente demandato ai cittadini utenti, e le Forze dell’Ordine potrebbero garantire l’intervento solo nel caso di necessità di reprimere comportamenti scorretti, su segnalazione.
Piste Ciclabili deserte risulterebbero ben più attrattive – per soggetti con scopi non leciti – rispetto a Piste normalmente frequentate.
In definitiva da lunedì 4 maggio secondo l’ordinanza 266 del 30.04.20 potrebbe configurarsi il seguente caso: il lavoratore che usi la bici nel percorso casa-lavoro se fermato su una pista ciclabile – da forze di Polizia dedicate al controllo della stessa – da lui utilizzata per maggiore tutela dai rischi di percorrenza della strada ordinaria, si vedrebbe contestata la violazione dell’art.650 del Codice Penale (= inosservanza di provvedimento di Autorità Competente) che prevede la pena di arresto sino a tre mesi.
Per quanto sopra, condividendo il comune impegno al contrasto alla diffusione del virus, giudichiamo questa ordinanza priva di ragione di essere e anzi potenzialmente nociva alla incolumità ed al benessere dei cittadini.
Per: FIAB VARESE CICLOCITTA’
il presidente Leonardo Savelli