VAL STRONA, LA “COLLODI” PIEMONTESE

Si è conclusa positivamente la gita di sabato 13 luglio in Val Strona nella provincia del Verbano Cusio Ossola, una giornata un po’ diversa alla scoperta di bellezze dietro l’angolo ma che non tutti conoscono.  Eroici i nostri 18 grimpeurs (tra cui un tostissimo 78enne) che, nonostante il caldo, hanno affrontato coraggiosamente i 1100 mt di dislivello da Verbania a Campello Monti a 1305 mt slm, ultimo paese della Valle. Dato che diversi partecipanti arrivavano da Milano è stata scelta la formula treno più bicicletta con punto di incontro alla stazione di Gallarate. Tuttavia, partendo da Varese, risulta probabilmente più comodo raggiungere Laveno in treno o in bicicletta facendo poi la traversata in traghetto. Scesi a Verbania abbiamo iniziato a seguire la ciclabile che costeggia il Toce e strade secondarie arrivando ad Omegna dove ci ha accolti la mitica teiera dell’Alessi che proprio qui ha il suo stabilimento e spaccio aziendale. Poco dopo Omegna ci si immette nella Val Strona attraversando il ponte sul torrente omonimo ed inizia la salita vera e propria, tutta su asfalto. In realtà, seppur la valle sia ripida e tortuosa, la strada sale dolcemente su piacevoli tornanti immersi nei boschi e solo gli ultimi 3 chilometri prima dell’arrivo a Campello richiedono un considerevole impegno energetico e respiratorio con diversi punti sotto il sole cocente che rendono la freschissima acqua della fontanella posta nel paesino un vero miraggio! La Valle è anche conosciuta come la “Val di cazzuji” (Valle dei cucchiai) per la sua tradizione già sin dal Cinquecento di lavorare il legno, in particolare casalinghi o oggetti ornamentali e chi li realizza viene definito “Gratamagul” (grattagamole), ossia “che fa il solletico ai tarli”, ovvero i maestri tornitori. Famosissimo è soprattutto il Pinocchio della Val Strona, ispirato al burattino di Collodi. Giuseppe Piana, il Mastro Geppetto della Val Strona è operativo fin dal 1959 ed i figli ne hanno continuato la tradizione rifinendo tuttora a mano ogni singolo pezzo. A tutt’oggi sono quasi quaranta le aziende artigiane dedite ad attività legate alla lavorazione del legno.

Il comune di Valstrona è composto da 9 suggestivi paesini. Restando sulla strada principale, come abbiamo fatto noi, abbiamo incontrato nell’ordine Valstrona, sede amministrativa della Valle, Fornero, Marmo e Forno, sede del Museo dell’artigianato del Legno e del Museo di arte sacra. In località  Cerani ci siamo fermati a rifocillarci prima dell’ultima salita in una trattoria gestita da una legnanese trasferitasi qui per amore.

Meta finale è Campello Monti, un paesino di antiche origini Walser che resta disabitato durante l’inverno per ripopolarsi al disgelo. La strada per raggiungerlo viene infatti chiusa da ottobre a maggio. Il primo abitante a recarsi sul posto è il proprietario della “Locanda del Capezzone”, unico punto di ristoro del borgo. Poi arrivano i villeggianti, molti dei quali discendenti delle famiglie del posto emigrati un po’ in tutta Europa. La chiesa dedicata a San Giovanni Battista si raggiunge attraverso una ripida scalinata e conservava un “San Francesco” attribuito al Guercino. Il borgo è attraversato da un’unica via,  “la Gassa”, e da qui  partono belle ed impegnative gite verso laghi alpini e cime importanti come il Monte Capezzone.

A Campello abbiamo incontrato una simpatica coppia di pensionati locali. Lui ci ha subito mostrato le sue “opere d’arte” realizzate in legno e lei delle squisite formaggelle di capra delle quali abbiamo prontamente fatto scorta.

Al ritorno ci siamo goduti la lunga e piacevole discesa fino a valle, concedendoci un bagno ristoratore nel torrente Strona a Gravellona Toce, pausa che ha quasi rischiato di farci perdere il treno a Verbania…

Alessandra L.