Le Olimpiadi di Rio 2016 in TV : una bella occasione per evitare i telegiornali deprimenti, vedere gesti atletici spettacolari e conoscere le storie personali di atleti ed atlete di solito ignorati dai media.
Si calcola in 3 milioni il picco di telespettatori su Rai 2 per Elia Viviani, medaglia d’oro nel ciclismo su pista.
Ma cosa c’entrano le Olimpiadi con i nostri temi preferiti, ovvero il ciclismo urbano, il cicloturismo e in genere la mobilità “alternativa” ?
Un nesso potrebbe esserci.
Prendiamo un dato che ha impressionato, ovvero il numero di medaglie del Regno Unito. Con una popolazione di appena il 6% maggiore di quella italiana ha preso 67 medaglie contro le nostre 28 (nel ciclismo 12 contro le nostre 2, triathlon escluso). Qualcuno è andato ad indagare (Emanuela Audisio su La Repubblica del 22 agosto) e ci spiega che gli inglesi hanno un efficace metodo di finanziamento e di gestione in generale degli atleti. Ma si cita anche il programma voluto per scelta politica per favorire in generale il movimento fisico dei ragazzi (vedi il nostro Post sull’impegno come testimonial del ciclista Boardman, oppure il Programma del governo inglese per i prossimi anni).
In Italia sono diversi gli ostacoli che limitano i successi sportivi, tra gli altri particolarmente grave è la riduzione di risorse economiche per i docenti di educazione motoria nella scuola, e credo sia rilevante anche una tendenza alla sedentarietà e una crescente “allergia” alla fatica che probabilmente colpisce più i giovani degli adulti, stando a recenti statistiche (Qui da The Economist 05.09.15).
L’attività motoria – prima di diventare sport – dovrebbe essere per tutti libertà di muoversi, un gioco che si fa nel cortile scolastico o in strada o al parco, una sfida “a chi arriva prima” lanciata spontaneamente tra bambini. Poi, crescendo, per i più grintosi e dotati di mezzi fisici ci potrà essere l’impegno dello sport agonistico, per gli altri la corsetta, il giretto in bici, o la partitella con gli amici. E infine solo qualcuno andrà alle Olimpiadi, come rappresentante di un paese di uomini e donne capaci di provare empatia per chi vince e per chi perde, perché anche loro hanno provato a correre, saltare, pedalare …
LS