UNA VERA ESPLORATRICE IN BICICLETTA

Tanti progettano e realizzano viaggi per il mondo in bicicletta, ma quello di Mila Brollo, 58 anni, affetta da diabete, madre di tre figli, che ha preso 2 mesi di aspettativa non retribuita dal lavoro per percorrere 2.000 km da Gemona del Friuli a Lampedusa, è davvero particolare. I dettagli sono sul sito dell’Ansa: il Viaggio di Mila. Il suo non è un viaggio in solitaria: è sostenuta da ricercatori scientifici e associazioni (anche Fiab), seguita dalla trasmissione radiofonica Caterpillar. È perciò un viaggio “partecipato”, in cui ci sono tante chiavi di lettura. Non ultima quella geografica, perché scegliere Lampedusa come meta partendo dal nord (quando c’è un popolo migrante che ci arriva sfinito, quando ci arriva, dall’Africa) attraversando tutta l’Italia, significa secondo me fare un vero viaggio di esplorazione.

Mi sono tornate in mente le parole che ho letto visitando (al Palazzo della Ragione di Milano, gennaio 2015) la mostra di foto e scritti di Walter Bonatti, del quale qui riporto fedelmente una riflessione del 1969:

“.. esistono ancora terre inesplorate ?  Per chi considerasse queste terre soltanto come ostacoli, come un dovere dell’uomo di superare e “civilizzare”, la risposta è già stata data.   Per chi invece (come io spero) formulasse la domanda con un certo rimpianto, come per un tesoro perduto, rispondo che, a mio parere, il vero pericolo di esaurire la possibilità di “esplorare” dipende non tanto dalla mancanza di foreste o montagne sconosciute quanto dall’alterarsi del nostro spirito.  Una nuova era esplorativa può dunque nascere oggi stesso, e forse qualcuno l’ha già inaugurata: è l’era dell’esplorazione introspettiva, umana (…)

(…..)  attraverso la sensibilità che filtra l’impresa del moderno esploratore, questa nostra vecchia Terra apparirà, come per incanto, inesauribilmente inesplorata.”

Bonatti si riferiva più che altro al mondo naturale, ma penso che le sue parole si possano estendere anche al territorio fatto di persone e comunità: in entrambi i casi per conoscere davvero dobbiamo esserci “fisicamente”, come sta facendo, in questa primavera 2016, Mila Brollo con la sua bicicletta.

ls