La geografia era la mia materia preferita a scuola.
Ora, dicono, è materia minore, ma non per volontà degli studenti. Per fortuna qualche volta se ne parla sui quotidiani, come venerdì 18 marzo su La Repubblica dove ho letto un articolo di Paolo Rumiz, a margine di una inchiesta sui disegnatori di mappe.
Questa lettura mi ha fatto pensare a quando da ragazzino in bici esploravo la mia città, ogni volta spingendomi un po’ più lontano, con quel tipo di prudenza che – la maestra mi aveva spiegato – usavano i Fenici per esplorare il Mediterraneo. Poi, più grande, mi sono spinto anche per le strade bianche delle crete senesi, incantevoli e rilassanti sì, purchè non sbuchi all’improvviso correndo veloce verso di te un cane pastore maremmano …
Mi sono ricordato anche di quando, adulto, mi persi nella macchia mediterranea dietro il golfo di Follonica. Ad un certo punto eravamo solo io e la mia MTB in mezzo ad un labirinto di alberi infiniti, sotto un cielo azzurissimo con sole allo zenit. Non capivo più la direzione giusta, i 4 punti cardinali persi, l’inquietudine cresceva sinchè uno strano brusio catturò la mia attenzione. Capii dopo un po’ che era il rumore del lontano traffico della Nuova Aurelia (… ebbene sì, quella volta fui salvato dal traffico …)
In un contesto assai diverso mi sono perso anche qualche giorno fa, in una di quelle zone molto urbanizzate che hanno ispirato Michele Serra per il suo ultimo libro “Ognuno Potrebbe…”. Trovandomi in un luogo tra Busto Arsizio e Legnano in una mattina con un cielo di un grigio spietato e senza sfumature, volevo prendere una scorciatoia per arrivare in ufficio. Ma tra svolte, sottopassi, intuizioni errate ho pedalato in realtà parecchio nella direzione opposta a quella voluta, e l’ho capito solo alla vista del cartello di ingresso a Legnano (meno male che ci sono ancora i cartelli stradali …)
E tuttavia, come non essere d’accordo con quanto scrive l’editorialista della rivista 4MTBIKE nell’ introduzione al numero di marzo ?
In conclusione: si può dire che chi si perde (ma non troppo) rischia di trovare qualcosa ?
Secondo me sì. Provo a fare un elenco sommario:
– il sollievo di tornare a casa;
– il desiderio di perdersi ancora;
– il vedere, o sentire, bene ciò che prima passava inosservato;
– nuove strade .. quindi nuove possibilità …
– la consapevolezza che la geografia non è un concetto astratto;
– la spiegazione del perchè da sempre gli uomini disegnano mappe;
– nei casi più difficili: la fede in qualcosa (o qualcuno) che sta su in alto nel cielo e che ti può dare una mano, se solo vuole …
leonardo savelli