Il ciclista che passa con il semaforo rosso è un incosciente, prepotente, soggetto pericoloso per se’ e gli altri ? Può essere così, ma in certe specifiche situazioni è semplicemente un utente della strada che fa la scelta meno rischiosa. Questa affermazione non sorprenderà i ciclisti urbani, ma sembrerà controintuitiva – e magari anche una istigazione a violare la legge – a tutti gli altri.
E’ però un fatto che le infrastrutture viarie e le regole di circolazione sono fatte quasi tutte a misura di auto, mentre la bici è un mezzo di trasporto particolare, perché il ciclista è quasi sempre più simile al pedone che ad un veicolo a motore.
Vi proponiamo un VIDEO che arriva dalla Francia e mostra, per un tipico caso di incrocio urbano complicato, soluzioni possibili che tengono conto delle esigenze dei ciclisti: quanto ci piacerebbe che i nostri amministratori sperimentassero regole di questo tipo !
Certo se la riforma del Codice della Strada fosse stata approvata al Senato dopo aver superato l’esame della Camera, noi sostenitori di una nuova mobilità non “auto-centrica” avremmo delle possibilità maggiori di essere accontentati.
E invece è ancora lunga la strada da percorrere per arrivare ad una nuova mobilità, e pure lastricata di malintesi. Come il conflitto che si è generato a causa di una “campagna sicurezza” promossa da Fondazione Ania e Federciclismo: questo il Trailer dei video didattici che hanno suscitato reazioni da parte di alcuni soggetti, tra i quali Fiab e Bikeitalia, sul cui sito Manuel Massimo si è occupato di criticare e polemizzare. Conflitto disgraziato, secondo me, perché l’unità dei ciclisti è necessaria per ottenere un cambiamento vero.
Intanto, in attesa di chiarirsi ed unire le forze, la parte ambientalista del mondo dei ciclisti si dà appuntamento a Roma sabato 28 aprile per una manifestazione con un ambizioso MANIFESTO cui abbiamo aderito come Ciclocittà. E qualcuno di noi sarà certamente presente nella capitale.
Leonardo S.