Trenord celebra la giornata mondiale della bicicletta del 3 giugno a suo modo: vieta il trasporto bici sui treni.
Piccola cronaca di una giornata grigia: giovedì 4 giugno è un giorno piovoso. Per tornare a casa a Varese, come ogni giorno lavorativo degli ultimi 15 anni, percorro in bici la breve distanza tra la centrale Piazza S.Giovanni e la stazione FFSS di Busto Arsizio per prendere il treno.
A dire il vero talvolta – per il piacere di pedalare – mi cambio prima di uscire dalla banca, lascio il grigio vestito da impiegato e indosso uno sgargiante completino in lycra da ciclista abbinato a scarpette giallo-fluo per fare i 35-40 km dall’ufficio a casa. In periodo Covid l’ho fatto più spesso del solito, con tutte le autocertificazioni del caso nel taschino posteriore, ma oggi piove e perciò mi avvalgo del mio abbonamento annuo da 60 euro per il trasporto bici su treno.
Essendo uscito un po’ prima del solito riesco a prendere il Regionale “Mi.P.G. – Porto Ceresio” delle 17:01 che, prima di arrivare a Varese, ferma solo a Gallarate (in gergo è un Regio-Express). Per questo resto in piedi vicino alle porte – e alla mia bici – anche se il treno è praticamente vuoto. Proprio dopo Gallarate un giovane controllore mi si avvicina e, invece di chiedermi il biglietto, con studiata pacatezza e gentilezza mi fa: “Guardi, glielo dico giusto per informazione: da ieri il trasporto bici sui treni è vietato”. Rimango molto sorpreso, chiedo dove posso trovare altre informazioni. Sul sito web – controllo subito tramite smartphone – non c’è nulla. Lui mi dice di chiedere in biglietteria.
A Varese scendo e mi precipito nell’appena rimodernato salone della biglietteria e vedo subito un avviso ( QUESTO ) appeso oltre il vetro, dal lato della postazione degli addetti ai biglietti. Lo fotografo per bene solo dopo averlo ottenuto nelle mie mani dalla signora della biglietteria, che me lo passa cortesemente dalla fessura per lo scambio denaro-biglietti perché – a causa del riflesso del vetro – non riuscivo ad avere una immagine leggibile riprendendolo nella posizione di appeso.
Fatta la foto, la giro subito nelle chat di WhatsApp degli amici ciclisti, Fiab e non.
Penso quindi di essere stato uno dei primi a sapere di questa molto infelice decisione di Trenord, che crea inopinati problemi a chi va a lavorare o a fare turismo in bici.
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Trenord con questa storia ci fa una pessima figura anche solo considerando l’aspetto formale: l’avviso commerciale n° 14 del 04.06.20 indica decorrenza 03.06.20, per giunta in assenza in quelle due date di qualsiasi info sul sito web.
Poi il 05.06.20 il comunicato stampa ( QUESTO ) dove si parla di “assalto ai treni” dando la colpa ai Riders e rimandando a data futura la comunicazione dei treni che saranno comunque adibiti al trasporto bici. Ci sarebbe l’avviso all’albo datato 01.06.20 (QUESTO) dell’Ufficio Produzione, scritto in pessimo italiano, segno forse che chi scrive male pensa male e vive male, parafrasando il Nanni Moretti di Palombella Rossa.
Questa decisione, per come la si voglia raccontare, appare scarsamente motivata, è improvvida, contraddice la valenza ambientale della modalità bici+treno per spostarsi, colpevolizza un tipo di utenza (i cosiddetti Riders) non perché ha comportamenti scorretti (non paga il biglietto ? E’ indisciplinata ?) ma solo perché è “numericamente eccessiva”. Per inciso: sulla questione sociale dei Riders dobbiamo fare i conti: sono lavoratori o schiavi ? Autonomi o dipendenti delle società del Food Delivery ? Gad Lerner racconta alcuni fatti QUI.
La reazione di FIAB Lombardia (con Fiab N.Ovest, Legambiente, Genitori AntiSmog) tramite il coordinatore PierCarlo Bertolotti è stata una LETTERA del 05.06.20 rivolta alla stessa Trenord e alla Regione Lombardia che è socia al 50% di Trenord tramite la controlata FNM (en passant: ricordate lo scandalo rivelato nel 2015 da Andrea Franzoso ? Il suo libro del 2018 si intitola “Il Disobbediente”) .
Nella lettera di FIAB si definisce “arbitraria e profondamente sbagliata” la decisione di vietare il trasporto bici a tempo indeterminato.
Anche altri commenti sono ovviamente stupiti e amareggiati: Paolo Pinzuti di Bikeitalia.it è giustamente caustico e COGLIE uno specifico aspetto socio-politico, oltre a denunciare “l’incapacità di gestire il sistema dei trasporti lombardo … oltre che della sanità”. Paola Schiesaro – presidente di Fiab Lecco – DENUNCIA il pessimo trattamento riservato ultimamente agli utenti da Trenord ed il divario tra questa ed i bisogni ed anche i sogni di uomini, donne, bambini.
Sui Social si passa dallo sconcerto, al sarcasmo, alla rassegnazione in mezzo ad osservazioni pertinenti ed esperienze di vario tipo.
Che fare ? Confidiamo che i controllori di Trenord siano più intelligenti dei loro dirigenti ed usino bene la discrezionalità concessa.
Certamente da firmare è la petizione su CHANGE.ORG lanciata da Alain Zanchi.
Nel frattempo che le cose si aggiustano, comunque, si può riascoltare BANDIERA BIANCA con la quale negli anni ’80 un suggestivo Battiato ci mandava dei messaggi validi anche per questi tempi.
Leonardo Savelli