IL DRAMMA DI GENOVA, I DATI DELL’ISTAT …

Il crollo del Ponte Morandi del 14 agosto ha lasciato tutti sgomenti, solidali con le vittime e con la straordinaria città di Genova, indignati con chi non ha fatto prevenzione.  Sarebbe utile serbare una dose di indignazione e solidarietà anche nei giorni lontani dal disastro immane, quando cala l’emozione collettiva ma rimane una realtà descritta dalla statistica. Lo rammenta con giuste parole  Massimo,  in questa amara riflessione:

“In questi giorni, riflettendo ancora sulla tragedia di Genova, mi sono chiesto se possa essere annoverata fra gli incidenti stradali. Non so.

Eppure in tanti commenti sui media si sono fatti ragionamenti cui noi di FIAB siamo abbastanza abituati quando parliamo di sicurezza sulle strade: la manutenzione insufficiente, la mancanza di prevenzione, le infrastrutture non disegnate per essere sicure, l’eccesso di traffico motorizzato e l’eccesso di trasporto merci su gomma, le responsabilità di chi dovrebbe governare la mobilità nel nostro Paese.

La tragedia di Genova ha un valore simbolico ed è naturale che abbia avuto una vastissima eco sociale, mediatica e politica.

Non ha avuto altrettanta attenzione sociale, mediatica e politica la pubblicazione, da parte dell’ISTAT, del  bilancio 2017  degli incidenti stradali: 3.378 morti (+2,9% rispetto al 2016) e 17 mila feriti gravi (dato stabile vs il 2016), con costi sociali pari a 19,3 miliardi di euro, l’1,1% del PIL. Forse che di queste vittime nessuno abbia alcuna responsabilità? Forse le consideriamo un male necessario del nostro sistema della mobilità ? Ma se fosse così, allora, forse dovremmo accettare anche le povere vittime di Genova come un male necessario, o no? “