Il nostro socio Ettore ha visitato domenica 17 settembre il Cosmobike 2017 con suo figlio Alessandro. Ettore è un architetto ed è molto attento alle novità e al design di tutto quello che riguarda il mondo delle due ruote. Ha anche un suo BLOG dove approfondisce alcuni temi di mobilità ciclistica. Qui sotto le sue impressioni al ritorno da Verona, e sono sue anche le foto.
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” Cosmobike è la seconda fiera italiana dell’industria della bicicletta. La prima è, storicamente EICMA, il salone del Ciclo e del Motociclo. Probabilmente è una fiera internazionale, anche per la presenza di diversi marchi stranieri ma non credo possa essere ritenuta all’altezza di Eurobike.
l’abbiamo visitata il penultimo giorno. Quando ormai erano tutti stanchi, alcuni stand erano già stati abbandonati, materiale promozionale e cataloghi erano finiti.
Cercavo alcuni marchi, grandi e blasonati, che non ho trovato. Abbiamo visitato KTM, Atala, Campagnolo, Colnago e De Rosa, Shimano, Sram, Brompton, Tern, Kona. Erano presenti molti i marchi meno blasonati, Cinzia, Lombardo, Armony, Abici, Alpina. Molti altri, grandi e piccoli non li conosco e non li ricordo.
L’impressione generale è stata quella di trovarmi ad una fiera della bici a pedalata assistita. Anche le bici superleggere da corsa avevano una versione con il motore nel tubo piantone. L’altro “tema” mi è sembrato la Gravel da viaggio e la bici da Città elegante ed un po’ vintage. Qualche pieghevole. Non mi pare di aver visto il mare di Fixie degli anni passati.
Ogni marchio aveva Mountain Bike, Cruiser, Citybike con un motore a mozzo o sul movimento.
Motori di tutti i marchi: Shimano, Bosch, Yahmaha, Continental, Ducati energia, Panasonic.
Batterie forse tutte al Litio, sul portapacchi, nel portaborraccia, inglobate nel tubo obliquo o nello stesso motore a mozzo.
Negli spazi esterni del quartiere fieristico c’erano i gazebo degli espositori, dove venivano affidate le bici da provare in due percorsi transennati ed allestiti per le bici da strada, per le mountain bike, dove si accedeva solo con il casco (prestato dalla organizzazione).
Abbiamo provato due MTB a pedalata assistita, qualcosa di diverso dalle bici che già conosciamo, per cercare di capirne la sensazione. Certamente divertente, un po’ anche pericoloso.
Entrando nel percorso fuoristrada, con una bici che non conosco, biammortizzata, con coperture da fat-tyre, in più con un bel motorone Bosch, mi sono trovato davanti a curve paraboliche da affrontare in velocità, salite e discese ripide, in cui non mi cimento normalmente. Capacità, cultura o le risorse fanno la differenza fra i produttori. Chi riesce ad innovare, curando l’immagine, sostenere il business, ha successo. Una buona idea ma con poca immagine o poche risorse può fallire, e si perde così una buona occasione.”