A Milano il 7 luglio scorso un (altro) ciclista è morto in un incidente. Come reazione c’è stato un Flash-Mob di centinaia di ciclisti sotto Palazzo Marino e la solita abbondanza di commenti. Qui segnaliamo due interventi ben ragionati, quindi utili per chi vuole farsi una opinione solida: quello di Guia Biscaro, presidente di Fiab Milano – Ciclobby, e quello di Paolo Pinzuti, blogger fondatore del sito www.bikeitalia.it.
Pinzuti, nel suo Ciclista muore per non essere passato con il rosso, utilizza un apparente paradosso per dire una grande verità: troppo spesso il ciclista per salvarsi deve ignorare la segnaletica, pensata per i soli veicoli a motore.
Biscaro replica invece ad un giornalista che nel titolo ha troppo semplificato a sfavore dei ciclisti: qui sotto le sue considerazioni.
Resta aperta ed appassionante la ricerca della quadratura del cerchio, ovvero del rispetto dei diritti e della sicurezza di tutti gli utenti della strada. LS
Buongiorno Giannattasio,
leggo ora sul Corriere on line questo tuo articolo dal titolo a mio parere fazioso. Dico titolo fazioso perchè:
– di multe per contromano non c’è menzione nell’articolo;
– nel sommario, i due morti sembra siano vittime dei ciclisti.
Quello che si legge successivamente è invece che gli incidenti ben più gravi e numerosi sono quelli provocati da auto e moto (di cui, appunto, i due mortali che vedono vittime i ciclisti). Ciò detto, 28 incidenti a pedoni provocati dai ciclisti non sono un bel segno.
Però se in una evidente arretratezza in tema di educazione, cultura, strategia, visione forte per una mobilità sostenibile, invece di aiutare a creare clima adatto alla diffusione di una ciclabilità sicura e consapevole, si continuano a fomentare queste contrapposizioni, non faremo nessun passo avanti, anzi contribuiremo solo a incattivire le parti.
I comportamenti scorretti sono da condannare, ma credo che la stampa e la politica debbano piuttosto contribuire a creare un clima di comprensione, accettazione, distensione.
A dispetto di quello che continua ad essere la nostra città, i ciclisti sono tantissimi e sono aumentati in modo esponenziale negli ultimi anni (v. censimento dei ciclisti di FIAB Milano Ciclobby, gli unici dati esistenti insieme a quelli dell’ingegnere Drufuca di Polinomia).
È evidente anche che le condizioni delle strade – traffico intenso, velocità, veicoli in doppia fila, occupazione impropria di marciapiedi e ciclabili, pavimentazioni sconnesse, rotaie dismesse, guidatori distratti dall’uso del cellulare, gesti di prepotenza e insofferenza nei confronti del ciclista in strada – non facciano sentire il ciclista al sicuro.
Allora lavoriamo sulle cause (mobilità caotica non gestita) e non su alcuni degli effetti (ciclisti indisciplinati).
Facciamo capire ai potenti utilizzatori di strade che è finito per loro il tempo di spadroneggiare così come gli è stato permesso di fare per decenni.
Cominciamo a dire a chi guida veicoli e scooter che la strada non è a disposizione solo loro; che ci sono altri nuovi utenti che, se hanno il dovere di percorrere le strade nel rispetto del (vetusto autocentrico) CdS, come cittadini hanno il diritto di poterlo fare in sicurezza.
Ricordiamo sempre che questi nuovi utenti – in equilibrio su quattro centimetri delle ruote di un mezzo di pochi chili mosso dalla loro forza muscolare – mettono il proprio corpo in mezzo a scatole metalliche, corazze del peso di quintali, della potenza di centinaia di cavalli, che raggiungono anche in città velocità ben superiori ai 50 km orari.
Raccontiamo intanto quanto è bello andare in bicicletta perchè è più veloce, più economico, più divertente e più salutare.
Diciamo a tutti che non è più possibile ignorare questi utenti fragili ma nobili, che proprio per questo devono essere sostenuti e incentivati, trattati con cura e attenzione, come qualcosa di prezioso, perchè presto sarà chiaro a tutti quanto la loro presenza non può che giovare a tutta la città.
Per qualsiasi approfondimento, chiarimento, confronto, sono a disposizione, anche come presidente di FIAB Milano Ciclobby
un caro saluto
guia biscaro