Ma quale contromano !

IL BUON SENSO DEL CONTRO-SENSO

Si è riaperta alla Camera dei Deputati la discussione sulla modifica del Codice della Strada, che tratta alcuni provvedimenti che stanno da anni molto a cuore ai ciclisti urbani e quindi a FIAB.

Tra questi particolare rilievo assume la proposta di regolamentare il doppio senso ciclistico in strade a senso unico per gli altri veicoli.

Si tratta di una disposizione che allineerebbe l’Italia agli altri paesi Europei che praticano senza controindicazioni questa soluzione per agevolare la mobilità ciclistica in ambito urbano.

Come già nella scorsa legislatura si è subito sollevato un vasto schieramento di contrari, privo in realtà di motivazioni argomentate e spesso basato su  DISINFORMAZIONE , alla quale contribuisce spesso molta approssimazione da parte della stampa, ad iniziare dall’errata espressione circolazione “contromano” anziché “controsenso” ! Toni irridenti e interventi disinformati e disinformanti non sono giustificati: da tempo se ne parla ed esistono argomentazioni scientifiche.

Non si tratta infatti di circolare contromano, perché la “mano” resta sempre per tutti la destra, ma di regolamentare nelle strade a senso unico il transito nei due sensi delle biciclette; naturalmente laddove vi siano condizioni di sicurezza sufficienti, a partire dalla limitazione della velocità a 30 km/h.

Sull’argomento FIAB Varese Ciclocittà aveva sviluppato, già nel 2010, una  PROPOSTA   all’Amministrazione Comunale di Varese, che riteniamo sostanzialmente ancora valida.

I vantaggi di limitare il senso unico ai veicoli più ingombranti, veloci, pericolosi sono ampiamente sperimentati da decenni a nord delle Alpi e in Italia da alcuni comuni più coraggiosi (Bolzano, Reggio Emilia, Lodi):

  • agevola chi si sposta in bici, consentendo di percorrere la via più breve e veloce, evitando di costringere il ciclista alle lunghe deviazioni, più tortuose e spesso trafficate;
  • è un elemento di completamento a basso costo di una rete ciclabile diffusa, spesso irrealizzabile con piste o corsie ciclabili dedicate senza escludere completamente il traffico automobilistico;
  • migliora la sicurezza stradale, grazie alla visibilità reciproca dei veicoli provenienti in direzioni opposte (i dati statistici confermano questo anche sul piano dell’incidentalità);
  • costituisce un fattore di moderazione del traffico automobilistico a beneficio in generale dell’utenza debole e della vivibilità delle strade.

Indipendentemente dai tempi e dagli esiti delle vicende parlamentari è necessario che a Varese il tema sia affrontato nell’ambito del PUMS (Piano Urbano della Mobilità Sostenibile) in via di redazione, anche per dare senso e ulteriore sviluppo alle iniziative recentemente intraprese dal Comune per incentivare la mobilità ciclistica in città.

Per molti la bici resta associata al gioco d’infanzia o alla pratica sportiva, e questo va benissimo, ma esiste anche la mobilità quotidiana alla quale è ora di prestare una seria attenzione ed una efficace progettualità.

per Fiab Varese 

Ferrari G. – Savelli L.