Val Camonica, tra incisioni e acquazzoni

Le giornate spettacolari di Pasqua con clima primaverile ci facevano ben sperare per il ponte del 25
aprile per il quale avevamo già da tempo programmato una tre giorni in Val Camonica, ma il
destino ha voluto che il lungo periodo di siccità dovesse finire proprio in quei giorni.

La meteo prevedeva infatti piogge “insistenti e consistenti” sia per il sabato che per la domenica con una
possibile schiarita per il lunedì. Ora si trattava di decidere: rinunciare e perdere le caparre
dell’albergo o rischiare la sorte? Dopo un rapido sondaggio con il gruppo abbiamo deciso di
affidarci alla citazione “la fortuna premia gli audaci” e partire attrezzati di tutto punto: cappello
impermeabile, mantellina, copri pantalone, copri scarpe, ombrellino.
1° Giorno – da Rovato a Boario
Sabato mattina ci troviamo, carichi di ottimismo, a Rovato, paese del bresciano scelto quale
comodo punto di partenza dell’itinerario. Dopo un’abbondante colazione in una pasticceria locale
saliamo in sella in direzione di Iseo, bel borgo medievale sulle sponde dell’omonimo lago che si
estende dai famosi vigneti della Franciacorta fino alle propaggini della Val Camonica.
Percorriamo il lungolago orientale e in particolare la vecchia strada chiusa al traffico per poi
proseguire sulla suggestiva ciclabile della Val Camonica da Pisogne a Boario.
Scrosci improvvisi non riescono però a farci godere appieno lo spettacolo lacustre di Pisogno e
dobbiamo anche rinunciare alla visita della Chiesa di Santa Maria della Neve che, con il suo
straordinario ciclo di affreschi sulla Passione di Cristo del Romanino è stata definita la “Cappella
Sistina dei poveri”.
Tuttavia la visita degli splendidi affreschi dell’Oratorio dei Disciplini a Montecchio riuscirà a
compensarci artisticamente.
Attraverso il scenografico ponte settecentesco di granito e pietra simona arriviamo a Boario e al
nostro albergo. Curiosità: la pietra Simona è una pietra ornamentale tipica della Val Camonica ed il
suo nome deriva dalla località Simoni di Gorzone da dove si estraeva.
Sbrigate le solite formalità alcuni del gruppo decidono di rilassarsi, mentre una decina risultano
interessati alla mia proposta di visitare il castello di Gorzone. Si tratta di un castello su uno sperone
di roccia, un po’ fuori dai classici itinerari turistici, ma non privo di fascino seppur nella sua
austerità. La guida, molto preparata, ci accoglie all’ingresso mentre noi arriviamo a piedi dopo una
camminata di mezz’ora con i nostri ombrellini. La pioggia non accenna a smettere….
Tra pizzoccheri e altre specialità del posto la serata scorre piacevole, tra un bicchiere di vino e una
partita a carte.
2° Giorno – da Boario a Capo di Ponte
Domenica il tempo sembra essere ancora instabile. Dopo una breve visita alla fiera del bestiame,
partiamo per Capo di Ponte: due del gruppo in bicicletta, mentre tutti gli altri optano per il treno
che comodo e rapido ci porta in meno di mezz’ora al Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri di
Naquane. Scopriamo che le incisioni sono più visibili se bagnate e questo ci edulcora un po’ l’aver
dovuto rinunciare alle nostre biciclette. Sorridiamo vedendo girare un visitatore con un fucile ad
acqua intento a spruzzare le rocce, pratica tuttavia proibita dal regolamento del parco! L’arte
rupestre si sviluppò in Val Camonica tra la fine del Paleolitico Superiore e l’età del Ferro. Le
incisioni rappresentano animali, figure umane, abitazioni, oggetti, scene di caccia, offrendoci uno
spaccato della vita dei nostri antenati camuni. Dopodichè non poteva mancare una visita al Museo
Nazionale della Preistoria della Val Camonica, poco distante dal parco che si sviluppa su tre piani
ricchi di interessanti reperti ed informazioni.
Capo di Ponte offre però anche delle splendide chiese romaniche. Noi siamo andati a visitare la
bellissima Pieve di San Siro che si erge su una roccia a strapiombo sull’Oglio dominando il centro storico del paese.

Ma il tempo volge al bello e la voglia di rimontare in sella è tanta! Rientrati in albergo partiamo alla

volta di una fiera dei fiori a Piamborno, altri invece vanno a visitare l’affascinante castello di Breno.
Anche questa sera la cucina casereccia dell’albergo non ci delude, così come la piacevole vivacità
del gruppo e il simpatico “Nutella”, il mitico cane dell’albergo ormai divenuto la nostra mascotte.
3° giorno – da Boario a Bergamo
Finalmente il sole splende allietando l’ultimo giorno di gita. Pedaliamo sul versante opposto della
valle fino a Lovere, che si staglia davanti a noi con scorci paesaggistici incantevoli. Percorriamo poi
la strettissima statale lungolago fino a Riva di Solto, passando per l’orrido di Castro. Gli scenari
sono davvero mozzafiato. Iniziamo a salire e salire fino al borgo di Solto Collina. Raggiungiamo
poi il lago d’Endine e percorriamo la ciclabile della Val Cavallina.
A Trescore Balneario ci fermiamo per un altro capolavoro artistico, la cappella Suardi dipinta da
Lorenzo Lotto che si trova all’interno della villa di proprietà dei conti Suardi. Gli affreschi sono
veramente notevoli e la guida ce li ha resi molto interessanti.
Infine raggiungiano Bergamo per prendere il nostro treno per il ritorno.
Cosa abbiamo imparato:
– che non bisogna lasciarci condizionare troppo dalla meteo e che, con un po’ di iniziativa, si
trovano sempre delle soluzioni alternative
– che l’energia del gruppo è il vero volano della riuscita della gita
– che buona cucina e buon vino mettono tutti d’accordo e di buon umore
– che perfino le salite più ardite con calma possono essere affrontate anche da chi non avrebbe mai
pensato di farcela!
Alessandra L