Lunedì 7 luglio
In nove partiamo da Varese per pedalare sulla Alta Via del Sale, escursione per Mountain Bike pensata e organizzata da Alessandro. Siamo 6 uomini e 3 donne, 4 MtB tradizionali e 5 bici a pedalata assistita (di queste una Gravel). Le auto le parcheggiamo presso lo Chalet Le Marmotte a 1800 mt, vicino al Colle di Tenda, a pochi km da Limone Piemonte che però sta a 1009 mt e che beneficia di una linea ferroviaria che ci servirà per il ritorno.
Presso lo Chalet inizia lo sterrato della Via del Sale, ovvero Strada ex militare Monesi – Col di Tenda e poco avanti si trova il “casello” dove auto, moto, bici (non i pedoni) pagano un pedaggio: per le bici solo 1 euro. La strada è panoramica e ci impressiona per la bellezza, il silenzio, i colori. Il clima è confortevole con il sole, ma qualche banco di nebbia che viene e poi va ci rinfresca, ci raffredda anche, per qualche momento ci fa rabbrividire: ma i 40 km circa fino alla meta della prima tappa, il Rifugio La Terza a 2.060 mt dove dormiremo, sono impegnativi, prevalentemente in salita, quindi ci si scalda.
L’arrivo è dopo un bivio un po’ ambiguo e una forte discesa, il gruppo è ormai decisamente “allungato”, quindi è un sollievo per tutti perchè qualche contrattempo (foratura, caduta) è capitato, abbiamo anche aiutato un motociclista solitario a rialzare la moto (il fondo è davvero sconnesso). L’ottima cena non è sufficiente a tutti per recuperare, ci vorrà anche una bella dormita. Mariangela, che frequenta da anni l’alta montagna, ci spiega tutte le virtù del “canarino”, bevanda a base di acqua e limone.
Accettiamo volentieri, come è giusto, di adattarci ad alcuni piccoli disagi dovuti ad un fulmine che il giorno prima ha colpito il Rifugio, compensati da una posizione panoramica notevole (si vede in lontananza anche il mare, e dalla calda ospitalità dei gestori.
Martedì 8 luglio
Ripartiamo dopo una ben calorica colazione e dopo una sosta presso l’imponente statua del Redentore, che dall’Italia guarda la Francia, ed il mare, per prendere una via inizialmente in discesa ma molto sconnessa: incontriamo infatti alcuni ciclisti molto provati che salgono da quote più basse. Il dislivello è dunque gestibile, la strada diventa poi anche ben pedalabile perchè il fondo migliora, ma ad un incrocio troviamo indicazioni stradali di luoghi vari, alcuni ben copnosciuti da molti del gruppo. Qui si verifica una divisione del gruppo, dopo argomentata discussione. Una parte di noi è fatalmente tentata dalla discesa in asfalto. Chiamiamoli gli “scissionisti” e sono 4. Gli altri 5, chiamiamoli i “disciplinati”, sono quelli che seguono il capo-gita, cioè Alessandro, fiduciosi in lui, nei panorami promessi e soprattutto nel cartello Rifugio Allavena presente lungo lo sterrato, che in effetti presenta un poco di salita. Chi scrive fa parte del secondo gruppo e può testimoniare che non era certo la scelta sbagliata. Le Alpi Marittime sono uno spettacolo, uniscono paesaggio montano e macchia mediterranea, con una vista sul mare che alimenta il buon umore e in qualche modo indica la strada.
La sosta al Rifugio Allavena è decisamente rinfrancante, perciò ci prendiamo tempi comodi, consci che il chilometraggio residuo è ragionevole.
Dopo la sosta anche per noi asfalto in discesa, ma non sono finiti i luoghi meritevoli di visita. Ci fermiamo infatti a Pigna, per vedere il borgo, la cattedrale e i dintorni.
Poi arriviamo al cospetto del castello di Dolceacqua. Bordighera è vicina, e tramite strade secondarie ciclabile (ben fatta) arriviamo a Vallecrosia, presso la Casa Valdese dove faremo cena e pernotteremo in ampia camerata (maschi da una parte, femmine dall’altra), non prima di una escursione serale alla parte alta di Ventimiglia, vista Porto con luna piena.
Mercoledì 9 luglio
Ripartiamo dopo una colazione “coloniale” (nel senso in apprezzato stile colonia estiva di vecchia memoria), per raggiungere la stazione. E’ mercoledì, non ci dovrebbe essere l’affollamento dei fine settimana ma prendere il treno regionale Ventimiglia-Cuneo delle 10:39 (partenze quattro volte al giorno) ci regala qualche momento adrenalinico, soprattutto perchè non c’è il vagone per bici e dobbiamo dividerci per non essere troppo ingombranti. La sorte vuole che ci imbattiamo in una giovane Capotreno dai modi più garbati e al tempo stesso efficienti che si possano incontrare. Lei tranquillizza gli utenti abituali, che evidentemente conosce, sistema noi turisti-ciclisti, alza energicamente valigie per posizionarle sugli appositi supporti pensili, trova anche il tempo di fare un complimento ad un gatto intimidito nel trasportino di una viaggiatrice. Il viaggio è una piacevole sorpresa: scopro, a posteriori, che la linea è considerata una delle 10 più belle al mondo ed ha una storia notevole, dal punto di vista ingegneristico e politico. I pochi convogli, trainati da una motrice a gasolio, risalgono il dislivello che abbiamo disceso il giorno prima tra tunnel e precipizi, a tratti in modo elicoidale .
A Limone scendiamo, alcuni di noi hanno fatto amicizia come accadeva una volta sui treni. Questa esperienza in treno vale un viaggio di per sè. Per noi che veniamo da due giorni entusiasmanti di MtB è un eccellente coronamento. Non ci abbatte il morale nemmeno l’aver dimenticato uno zaino sul convoglio: per me e per Danilo sarà l’occasione di vedere la stazione di Cuneo dove lo ritroveremo più tardi, passando in auto, presso l’ufficio Polfer.
Il finale è presto detto: mentre 6 di noi si fermano a Limone per pranzare, incontrando anche soci di Fiab Cuneo in gita ufficiale, 3 di noi con le bici a pedalata assistita risalgono i tornanti, per riprendere le auto e rientrare nei confini lombardi.
Partecipanti alla escursione Alta Via del Sale del 7-8-9 luglio 2025: Alessandro, (capogita) Eleonora, Gabriella, Mariangela, Danilo, Enzo, Leonardo, Nando, Renzo
PS: grazie per la bella compagnia (e per le belle foto).
Leonardo