BICI E MEDITAZIONE

Questo è un testo di Marcella Danon, pubblicato nella BiciAgenda 2013 da Terra Nuova. Interessante perché dimostra come la bici possa essere, oltre che attrezzo sportivo e mezzo di trasporto, anche uno strumento per meditare.

Tra i tanti mezzi di locomozione che ci permettono di spostarci, la bici ha un pregio sopraffino: è silenziosa!

Non solo ottimizza l’investimento muscolare ed energetico offrendo il massimo risultato col minimo sforzo, ma permette di vivere un’esperienza di contatto con l’ambiente più vicina allo stato meditativo, e questo proprio grazie alla sua caratteristica di … moto senza motore.

La meditazione non si pratica solo a occhi chiusi, la meditazione, nel suo stadio iniziale – comune a pratiche di tutti i tempi e culture – è uno stato di quiete dall’incessante chiacchiericcio della mente e di promozione dell’attenzione e della vigilanza interna. La natura è un ambiente ottimale per raggiungere questo stato di coscienza, di centratura e presenza, di apertura a suggestioni dell’inconscio superiore e dell’intuizione, una volta liberato il campo dalla spazzatura quotidiana di pensieri inutili e ripetitivi.

La natura offre il contesto in cui lasciar decantare tutto ciò che non è davvero importante per noi in questo momento, per metterci in contatto con la profondità e l’altezza – esse vanno di pari passo – del nostro essere, del nostro io più autentico, libero da condizionamenti, blocchi e malintesi.

Grazie alla combinazione di diversi fattori: il movimento fisico, il contatto preferenziale con i blu dei cieli e i verdi degli alberi che hanno un effetto, il silenzio o l’armonia dei suoni circostanti, il contatto con la natura promuove potenzialmente uno stato di coscienza più ampio. Basta darsi un pizzico di intenzione in tal senso, e non limitarsi a chiacchierare come se si fosse a un centro commerciale.

L’ecopsicologia, che studia e promuove l’effetto benefico del contatto con la natura, anche dal punto di vista psicologico, parla di “Inconscio ecologico” per definire la consapevolezza di essere parte del mondo che ci circonda, consapevolezza che si risveglia facilmente in natura. Noi “siamo natura”, siamo figli di questo pianeta e con la Terra condividiamo caratteristiche fisiche, chimiche e genetiche, e quando ci offriamo l’opportunità di svuotare la mente dai pensieri e di aprirci al sentire con i cinque sensi, e anche col sesto , ecco che ritroviamo la sensazione, la consapevolezza di essere anche noi intimamente connessi alla bellezza e all’intreccio di relazioni che si esprime in natura. Giacché la natura incontaminata è sempre più lontana dalle nostre abitazioni, quale mezzo di locomozione migliore della bicicletta per arrivare a sentieri e mete altrimenti troppo lontani per essere raggiunti a piedi ? La pedalata costante, il respiro regolare, la mente libera da impegni, favoriscono il raggiungimento non solo di luoghi esterni, ma anche di privilegiate mete interiori. Non a caso in momenti di confusione, emotività inespressa, svogliatezza o scarsa energia fisica e psichica, uscire a fare una passeggiata, a piedi o in bicicletta ci aiuta a ritrovare il nostro centro e a dare un più corretto senso delle proporzioni agli eventi, a lasciar emergere soluzioni creative prima impensabili, a ritrovare quella carica necessaria per affrontare ogni situazione con animo più tranquillo.

La bicicletta non è solo un mezzo di locomozione e non è solo un attrezzo sportivo, si rivela anche uno strumento per attivare tutte le nostre energie verso mete più importanti, quelle fuori e quelle dentro di noi.